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INTERNAZIONALmente n.4 - Sezione contrattualistica

LA CORTE FEDERALE BOCCIA I DAZI E RIMETTE LA DECISIONE ALLA CORTE SUPREMA

A cura di 

Dott.ssa Betelehem Comba

Dott. Federico D’Imporzano

Negli scorsi mesi la corte federale di New York ha emesso una sentenza che ha dichiarato illegittimi i dazi imposti dal Presidente Trump sulla quasi totalità delle importazioni internazionali, sostenendo che l’Esecutivo ha oltrepassato i limiti del proprio potere. In particolare, la Corte ha stabilito che il Presidente non può usare la legge sulle “emergenze economiche” (IEEPA, International Emergency Economic Powers Act del 1977) per imporre una tariffa generalizzata senza un’autorizzazione chiara del Congresso.

Questa decisione assume un’importanza cruciale: in gioco non è solo la politica commerciale, ma il delicato bilanciamento costituzionale fra poteri legislativo, esecutivo e giudiziario negli Stati Uniti.

Il sistema legislativo americano e i poteri del Presidente

Per capire le implicazioni, è utile richiamare brevemente come funziona il sistema istituzionale degli Stati Uniti:

  • Il Congresso (formato da Camera dei Rappresentanti e Senato) ha il potere legislativo: spetta al Congresso deliberare le leggi federali, inclusi i tributi, le imposte, i dazi doganali e la regolamentazione del commercio con nazioni straniere (art. I della Costituzione).
  • Il Presidente, capo dell’esecutivo, ha il compito di applicare le leggi, gestire la politica estera, guidare l’amministrazione federale e, in certi casi, promuovere provvedimenti esecutivi (orders, proclamations) entro i limiti stabiliti dalle leggi approvate dal Congresso.

In materia commerciale, il Congresso ha tradizionalmente l’autorità primaria: spetta infatti al legislatore federale stabilire le tariffe sulle importazioni e regolare il commercio con l’estero. Il Presidente può intervenire solo nei casi previsti da specifiche deleghe normative, ma queste deleghe devono essere chiare e conformi ai principi costituzionali la cui tutela è sotto la vigilanza della Corte Suprema.

Un altro principio che entra in gioco è la dottrina della non-delegazione: il Congresso non può delegare poteri legislativi generici o illimitati all’Esecutivo senza stabilire limiti e principi chiari a cui il potere delegato deve attenersi. Se una legge consente al Presidente di decidere di propria iniziativa questioni economiche di entità rilevante (una “major question”), le corti possono richiedere che il Congresso abbia fornito una delega esplicita che nulla a che fare con la decretazione d’urgenza prevista dalla AEEPA.

Infine, va ricordato il meccanismo di controllo giudiziario (judicial review): le corti federali, fino alla Corte Suprema, possono esaminare se le leggi federali o le azioni dell’Esecutivo siano compatibili con la Costituzione; se non lo sono, le possono dichiarare incostituzionali e invalidarle in parte o totalmente.

Il controllo costituzionale negli Stati Uniti

Negli USA, non esiste una “Corte costituzionale” distinta come in altri ordinamenti (e.g: Italia, Germania, Francia). Il controllo di costituzionalità è decentralizzato e affidato alla magistratura federale:

  1. Corti distrettuali (District Courts): tribunali di primo grado nel sistema federale; ricevono cause che sollevano questioni federali o costituzionali.
  2. Corti d’appello federali (Circuit Courts): esaminano i ricorsi contro le decisioni delle corti distrettuali. Ci sono vari circuiti regionali, oltre al Circuito Federale, che ha competenza speciale in alcune materie (ad esempio, commercio internazionale).
  3. Corte Internazionale del Commercio (Court of International Trade, CIT): un tribunale specializzato che si occupa di controversie doganali, tariffe e importazioni. È spesso la prima corte che decide su questioni relative ai provvedimenti tariffari federali.
  4. Corte Suprema degli Stati Uniti (Supreme Court): è l’ultima istanza; può, se accoglie il caso (grant certiorari), pronunciarsi sulle questioni costituzionali o federali rimaste irrisolte.

Quando un’azione presidenziale (o una legge federale) viene contestata come incostituzionale, le corti possono emettere injunctions (ingiunzioni) o declaratory judgments (dichiarazioni di incostituzionalità). Se la decisione proviene da una corte d’appello, può essere impugnata davanti alla Corte Suprema la quale agirà con funzione equivalente a quelle delle corti costituzionali europee.

Questo sistema consente un controllo reciproco: il Congresso può legiferare, il Presidente può attuare e le corti possono intervenire per garantire la conformità costituzionale.

La decisione della corte federale: cosa è stato deciso e perché.

La pronuncia iniziale e la sua ratio

Il punto centrale della decisione è che la corte ha ritenuto che il Presidente non avesse l’autorità di usare la legge sulle emergenze economiche (IEEPA) per imporre dazi così ampi e generalizzati su quasi tutti i beni importati. La corte ha sostenuto che:

  • Il Congresso non ha delegato esplicitamente al Presidente un potere così vasto di imporre tariffe in assenza di una legislazione specifica.  
  • Le “emergenze economiche” previste dalla IEEPA non sono state strutturate per autorizzare un intervento permanente e su larga scala in materia commerciale; esse richiedono, secondo la corte, che l’emergenza sia “inaspettata, straordinaria” — non possono essere invocate più o meno a piacimento per giustificare politiche permanenti.  
  • L’imposizione di dazi generalizzati, secondo la corte, è un uso del potere fiscale e commerciale che spetta al Congresso, e non può essere esercitato dal Presidente solo sulla base di una delega vaga. Ciò implicava una violazione della dottrina della non-delegazione: se si concede al Presidente di intervenire su questioni economiche di tale portata, si sta delegando eccessivamente il potere legislativo eccedendo i limiti imposti dal principio della divisione dei poteri.  
  • Il tribunale ha considerato che i dazi imposti non fossero pertinenti a una risposta effettiva all’emergenza invocata (ad es. “scoraggiare importazioni che contribuiscono a deficit commerciale”), ma piuttosto rappresentassero una politica economica generale — una scelta che dovrebbe essere di competenza del legislatore.  

In conclusione, la corte ha emesso un’ingiunzione permanente che proibisce l’applicazione dei dazi nei termini in cui erano stati decretati tramite i provvedimenti presidenziali contestati (noti come dazi “Liberation Day” o “Reciprocal Tariffs”)  

La pronuncia d’appello e le modifiche al blocco

Successivamente, il caso è arrivato alla Court of Appeals for the Federal Circuit, che in data 29 agosto 2025 ha emesso una pronuncia che conferma in larga parte il giudizio di merito della corte inferiore, ma ha apportato modifiche al blocco:

  • La Corte d’appello ha stabilito che la IEEPA non autorizza i dazi generalizzati come quelli imposti dal Presidente.  
  • Tuttavia, ha vacato l’ingiunzione universale emessa dal tribunale inferiore e ha rimandato il caso per una revisione sui rimedi: cioè, non tutte le importazioni/dazi sono immediatamente invalidi, ma bisogna valutare qual è la portata del blocco.  
  • Ha concesso uno stay temporaneo fino al 14 ottobre 2025, che dà al governo il tempo di richiedere la revisione della Corte Suprema.  
  • In sostanza, la Corte d’appello ha confermato che l’azione del Presidente eccedeva i limiti legittimi, ma ha ammesso che l’ordine di blocco totale vada ripensato alla luce della specificità dei dazi e delle circostanze.  

Questa decisione d’appello è particolarmente importante perché pone la questione davanti alla Corte Suprema — che ha già annunciato che ascolterà le argomentazioni in novembre 2025.  


Conseguenze dirette attuali

Quali sono gli effetti concreti oggi, mentre il caso attende una decisione definitiva?

  1. Incertezza normativa e commerciale
    La decisione di blocco (e il successivo stay) ha introdotto forte instabilità nel regime tariffario statunitense. Gli importatori e gli operatori commerciali non sanno quali tariffe restino in vigore e per quanto tempo.  
    Molte imprese (in particolare le medie e piccole) che avevano pianificato in base ai nuovi dazi ora devono rivedere le stime dei costi e delle forniture.
  2. Tariffe rimaste intatte
    Alcuni dazi già esistenti, in particolare quelli basati su altre leggi (ad esempio, provvedimenti di sicurezza nazionale under Section 232 o altre sezioni del Trade Act), non sono stati coinvolti nel blocco e restano attivi.  
    Quindi non si è trattato di un azzeramento di tutti i dazi presidenziali, ma di un blocco limitato ai dazi imposti sotto la linea di delega IEEPA così come interpretata nei casi contestati.
  3. Reazioni governative e ricorsi
    L’amministrazione ha presentato ricorsi urgenti e richieste di stay alla Corte Suprema per mantenere i dazi in vigore durante il processo.  
    Inoltre, il governo sostiene che la IEEPA include il potere di regolare le importazioni, e che i tribunali non dovrebbero imporre un requisito “magiche parole” ovvero che la legge dica esplicitamente “tariffa”.  
  4. Impatto sui mercati e relazioni internazionali
    I mercati finanziari hanno reagito con volatilità: la prospettiva che i dazi possano essere invalidati riduce l’incertezza nelle relazioni commerciali.  
    Al contempo, partner commerciali e governi esteri stanno osservando con attenzione: se l’amministrazione perde, le negoziazioni commerciali e accordi saranno rivisti.  

I prossimi step da seguire

Ecco le fasi che probabilmente si svilupperanno:

  1. Argomentazioni davanti alla Corte Suprema (novembre 2025)
    La Corte Suprema ha già accettato di esaminare i casi Learning Resources v. Trump e Trump v. V.O.S. Selectionsdurante il termine autunnale del 2025.  
    Gli avvocati delle parti presenteranno le loro memorie (briefs) e faranno udienze orali, con forti implicazioni sul bilanciamento tra poteri del Congresso e del Presidente.  
  2. Decisione definitiva della Corte Suprema
    Entro il termine successivo (presto o tardo 2025), la Corte Suprema emetterà una sentenza che potenzialmente stabilirà in modo vincolante se la IEEPA può essere usata per imporre dazi generalizzati e dove si collochi il confine delle deleghe presidenziali nelle emergenze economiche.
  3. Possibili conseguenze legislative
    – Se la Corte Suprema conferma il blocco, il Congresso potrebbe essere costretto ad approvare nuove leggi che autorizzino espressamente tariffe o regolamentino l’uso dell’emergenza economica.
    – Potrebbero emergere proposte per riformare la IEEPA stessa (o introdurre nuove leggi) per chiarire i poteri delegati all’Esecutivo.
    – In caso di vittoria del Presidente, potrebbe rafforzarsi la tendenza verso un esecutivo più potente in materia economica, con implicazioni per altri settori.
  4. Azioni amministrative alternative
    Nel frattempo, l’amministrazione (o i futuri Presidenti) potrebbero ricorrere ad altri strumenti legali (es. sotto il Trade Act del 1974, sezioni 232, 301, ecc.) per imporre misure commerciali con procedure diverse e più circoscritte.  
  5. Riforme giudiziarie e dottrinali
    La decisione della Corte Suprema potrebbe influenzare la giurisprudenza futura sulle “major questions doctrine” (che richiedono deleghe esplicite in questioni di grande rilevanza) e ridefinire i limiti della non-delegazione in ambito economico.




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