Negli ultimi giorni, il riacutizzarsi delle tensioni e degli scontri armati in Iran ha riportato all’attenzione del giurista esperto in diritto internazionale commerciale una questione centrale nella contrattualistica transnazionale: l’operatività della clausola di forza maggiore nei rapporti obbligatori internazionali. Il conflitto, aggravato da instabilità politica, sanzioni e restrizioni ai movimenti di merci e capitali, rappresenta un classico caso di scenario imprevedibile che può incidere profondamente sull’equilibrio contrattuale e sull’esecuzione delle obbligazioni.
1. Come riconoscere la forza maggiore
La forza maggiore (force majeure) è riconosciuta come causa di esonero da responsabilità per l’inadempimento contrattuale, purché ricorrano determinate condizioni: l’evento deve essere imprevedibile, inevitabile e indipendente dalla volontà delle parti, e deve rendere oggettivamente impossibile l’esecuzione dell’obbligazione.
La clausola viene frequentemente inserita nei contratti internazionali, anche in virtù della sua valenza transnazionale. Tuttavia, la sua applicazione concreta dipende dalla legge applicabile al contratto – spesso scelta dalle parti – e dall’interpretazione che ne danno i giudici o gli arbitri investiti della controversia.
2. Perchè l’Iran?
In caso di conflitto armato, come quello che coinvolge attualmente l’Iran, le clausole di forza maggiore possono assumere un rilievo determinante. Le imprese coinvolte in operazioni con controparti iraniane (o localizzate nella regione) possono trovarsi impossibilitate a consegnare merci, effettuare pagamenti, ricevere autorizzazioni amministrative o garantire la sicurezza del proprio personale.
Tali eventi, se debitamente regolati contrattualmente, possono giustificare la sospensione o la risoluzione del contratto, senza che si possa imputare responsabilità per inadempimento. In particolare, vanno valutati:
3. L’importanza della previsione negoziale e della scelta della legge applicabile
Il conflitto in Iran dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale, nella prassi contrattuale internazionale, prevedere clausole chiare e dettagliate, non solo in merito alla forza maggiore, ma anche riguardo alla legge applicabile e alla giurisdizione competente.
Nel caso in cui la legge applicabile non contempli una disciplina esplicita o esaustiva della forza maggiore – come può accadere con alcune giurisdizioni di common law – è essenziale che le parti regolino la questione direttamente nel contratto.
Inoltre, l’adozione di modelli contrattuali, come quelli proposti dall’ICC (International Chamber of Commerce), può offrire una base solida e riconosciuta a livello globale.
4. Come sfruttare al massimo i consulenti contrattuali.
In un’epoca segnata da instabilità geopolitiche e da una crescente interconnessione economica, la clausola di forza maggiore assume una funzione strategica nella gestione del rischio contrattuale internazionale. Il conflitto iraniano è solo uno dei tanti contesti in cui la previsione (o l’assenza) di tale clausola può determinare il destino economico di una relazione d’affari.
Il tuo professionista di fiducia, in sede di consulenza all’imprenditore e redazione contrattuale, è dunque chiamato a operare con lungimiranza, tecnicismo e sensibilità interculturale, valorizzando non solo le fonti normative, ma anche la prassi e gli strumenti offerti dalle organizzazioni internazionali.