Il ritorno dell’inflazione mette sotto pressione il commercio internazionale.
Il 30 aprile 2025, l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha diffuso la stima preliminare dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, segnalando un aumento annuo del 2%, in crescita rispetto all’1,3% registrato a marzo (fonte: ISTAT, Comunicato stampa del 30/04/2025). Questi dati riportano al centro dell’attenzione un problema concreto per le imprese che operano con l’estero: la perdita di valore reale dei corrispettivi contrattuali, soprattutto nei contratti di medio e lungo termine.
Mentre la Banca Centrale Europea (BCE) si prepara a un possibile allentamento monetario entro l’estate, l'inflazione reale sui costi di produzione resta più alta della media generale. Materie prime, logistica e manodopera stanno aumentando, e chi ha firmato contratti senza strumenti di adeguamento si ritrova oggi con margini erosi e limitata possibilità di intervento.
Perché serve una clausola di adeguamento prezzi?
Le clausole di indicizzazione (o di adeguamento prezzi) sono strumenti contrattuali che permettono di aggiornare il valore di una fornitura, di un servizio o di un appalto sulla base di indicatori esterni oggettivi. Lo scopo è evitare squilibri significativi tra le prestazioni delle parti dovuti a eventi economici non prevedibili al momento della firma.
Nel diritto italiano, la loro assenza può portare a invocare l’eccessiva onerosità sopravvenuta, ma questa tutela è incerta e contenziosa. Una clausola ben scritta, invece, previene il problema e garantisce flessibilità e cooperazione.
Cosa sono gli indici di riferimento e quali sono i principali?
Un buon meccanismo di adeguamento dei prezzi dovrebbe prevedere, oltre ad altri elementi essenziali della clausola, un indice di riferimento pubblico e indipendente. Gli indici di riferimento sono parametri utilizzati per misurare le performance di una determinata attività economica, finanziaria o contrattuale, rispetto ad un valore considerato standard o rappresentativo del mercato.
Tra gli indici più usati troviamo:
Negozia oggi per non perdere il valore reale domani.
Molte imprese, per non ‘disturbare’ la trattativa, evitano di inserire clausole di revisione. Si tratta di un errore strategico. La clausola di adeguamento, se condivisa sin dall’inizio, può rafforzare la relazione commerciale, riducendo conflitti futuri e garantendo sostenibilità economica per entrambe le parti.
Il contesto macro-economico attuale è troppo instabile per affidarsi al solo prezzo fisso. Inserire una clausola di adeguamento non è solo un gesto di prudenza: è una scelta strategica che riflette la consapevolezza dei nuovi equilibri nei mercati globali.